Alzheimer, il percorso della diagnosi precocissima
31.03.2015
Da un lato la Pet con ligandi, dall'altro la l'esame del liquido cerebrospinale. Saranno questi i due test che, con i loro risultati consentiranno di scoprire quali persone saranno a rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, cogliendo anche vent'anni prima dell'inizio dei sintomi la presenza degli accumuli di beta-amiloide tipici della patologia.
A preconizzare il futuro è da Colin Masters, dell'Università di Melbourne, presente al Congresso sulle malattie degenerative dell'Associazione Autonoma Sin per le demenze (Sindem) tenutosi a Genova. "Oggi abbiamo due test, la Pet con "ligandi" in grado di individuare la proteina alterata e l'esame del liquido cerebrospinale (nelle persone destinate ad ammalarsi la presenza di amilioide è ridotta), che aiutano a capire chi si ammalerà - ha spiegato Masters, scopritore della beta-amiloide nel 1985 e due anni dopo del gene del precursore della sostanza. Questi due parametri, insieme, ci dicono già 15-20 anni prima chi andrà incontro all'Alzheimer e dobbiamo arrivare a trattare queste persone".
Mentre la scienza si pone il problema di identificare anticorpi monoclonali in grado di interferire sul processo di deposito della beta-amiloide - e già appaiono le prime incoraggianti osservazioni in questo senso - si pone però un problema di sostenibilità per chi potrebbe avere accesso a test così specifici e costosi. Oggi la Pet con ligandi viene effettuata solo negli studi clinici, ed è stata approvata dalla Food And Drugs Administration, ma le assicurazioni ancora non la pagano. In Italia il via libera al test dovrebbe arrivare nel prossimo futuro, ma sarà a carico dei pazienti?
