Anziani e farmaci, un rapporto complesso
02.10.2015
E¹ stato pubblicato sul Journal of the American Medical Directors Association uno studio condotto dal gruppo di lavoro geriatrico dell'AIFA per descrivere il profilo di utilizzo dei farmaci nella popolazione ultrasessantacinquenne in Italia e come esso si modifichi rispetto all¹età. Tra gli autori del paper, oltre al Presidente dell'AIFA Sergio Pecorelli e al Direttore Generale Luca Pani e ai referenti dell' Area Strategia e Politiche del Farmaco dell 'Agenzia, figurano i ricercatori del Centro Medicina dell 'Invecchiamento dell 'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - tra cui Graziano Onder, corresponding author insieme a Alessandra Marengoni del Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell 'Università di Brescia, Massimo Fini dell 'IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, e i referenti dell'OsMed Health-DB.
Attingendo infatti al database dell'Osservatorio sull 'Impiego dei Medicinali (OsMed) dell 'Agenzia Italiana del Farmaco, lo studio ha analizzato i dati del 2013 relativi a 3 milioni e 400mila soggetti con età superiore ai 65 anni, estrapolati da un campione di quasi 16 milioni di individui, rappresentativo di circa il 27% dell 'intera popolazione Italiana.
Il lavoro si è concentrato in particolare sugli ultranovantenni, una fascia di popolazione consistente (sono oltre 600.000 gli ultranovantenni in Italia) e in netta crescita. Si tratta di una delle prime ricerche che valuta l 'andamento delle prescrizioni farmacologiche nella popolazione anziana e molto anziana - commenta il Presidente dell 'AIFA Sergio Pecorelli ed è una fotografia molto interessante che smentisce l 'assunto per cui l'uso dei medicinali aumenti con l 'avanzare dell 'età. Conclusioni che in uno dei Paesi più longevi e vecchi del mondo come il nostro offrono spunti di analisi e approfondimenti per comprendere e migliorare sempre più l'appropriatezza prescrittiva in questa particolare popolazione, fragile e vulnerabile e purtroppo ancora poco indagata.
Al pari di quanto si registra per la popolazione pediatrica, - spiega il Direttore Generale Luca Pani - molti farmaci non sono testati specificamente nei pazienti anziani e molto anziani, i quali peraltro presentano caratteristiche fisiche e metaboliche del tutto peculiari rispetto agli under 65. Questo studio quindi è di fondamentale supporto nell'orientare i medici ad una prescrizione ottimale nella popolazione geriatrica. E' importante saper ritarare continuamente le terapie, perché le condizioni cliniche degli anziani possono mutare nel tempo e molte cure rivelarsi ridondanti, se non addirittura nocive.
Gli spunti emersi sono poi di aiuto anche per noi regolatori, perché possiamo avere un quadro più chiaro delle aree di intervento e degli aspetti da indagare maggiormente così da favorire un impiego dei farmaci sempre più razionale, sicuro e efficace.
