Così Facebook indirizza verso alimenti poco sani
20.10.2014
Che i giovani, e in particolare gli adolescenti, impieghino regolarmente i social media fino al punto di considerarli una vera e propria forma di informazione virale non è certo una novità. Ciò che più colpisce, però, è che proprio attraverso Facebook e gli altri strumenti di interazione con gli altri possano passare messaggi sollecitati dal marketing in grado di spingere verso il consumo di "cibo spazzatura", con un impatto potenzialmente molto pesante per la salute presente e futura dei giovani e per le casse dei sistemi sanitari. Eppure pare proprio che i social media possano diventare fortissimi "influenzatori" verso la scelta degli "junk foods". A dirlo è uno studio condotto all'Università di Sidney in Australia, apparso sull' American Journal of Public Health. La ricerca dimostra che i cibi poco salutari arrivano a individuare attraverso i social media le persone che potrebbero essere maggiormente sensibili ai messaggi di marketing, per poi studiare mezzi di coinvolgimento specifici da far viaggiare attraverso la rete. Inoltre dallo studio emerge anche che gli utenti di Facebook che hanno un maggior "impegno" nei confronti di queste aziende sono anche quelli che coinvolgono maggiormente gli amici in rete.
