Fondazione Smith Kline presenta il volume "HIV/AIDS: storia, cura e prevenzione"
01.12.2016
La sala della Stampa Estera in Italia di Roma ha ospitato la Presentazione del Libro: "HIV/AIDS: storia, cura, prevenzione" edito dalla Fondazione Smith Kline per i tipi di Franco Angeli. L'evento si è tenuto il 29 novembre, a due giorni dalla Giornata mondiale per la lotta all'AIDS ed ha rappresentato un momento di conoscenza e discussione propositiva sul passato, sul presente e soprattutto del futuro della guerra che dal 1981, anno in cui c'è stata la prima segnalazione dei CDC di Atlanta per i casi di sarcoma di Kaposi poi correlati con il virus, ha creato un nuovo modello di ricerca, assistenza e partecipazione nei confronti del virus. La pubblicazione ha raccolto i pareri dei massimi esperti italiani sull'infezione oltre che di rappresentanti della società civile, dell'associazionismo e del mondo politico.
All'evento di presentazione di Roma hanno preso parte clinici come Massimo Andreoni, Massimo Galli e Antonella Castagna, esperti e ricercatori come Stefano Vella, Paolo Rizzini e Alessandro Battistella, rappresentanti dei cittadini come Antonio Gaudioso e Massimo Oldrini; Emilia Grazia De Biasi e Mario Marazziti come rappresentanti istituzionali delle massime cariche parlamentari in campo socio-sanitario. I partecipanti si sono confrontati in un interessante dibattito che ha messo in evidenza come ricerca scientifica e farmaceutica e i relativi modelli di cura, hanno cambiato la storia naturale della malattia trasformando un killer inesorabile come l'HIV, in un agente controllabile fino a cronicizzare l'AIDS. Le Istituzioni hanno, in questo senso, svolto un ruolo attivo, favorendo con sensibilità e attenzione l'accesso alla clinica delle tecnologie sanitarie, in primo luogo farmaci, che la ricerca scientifica e traslazionale metteva a disposizione dei malati, fino a registrare i successi ora così evidenti.
Dall'analisi riportata nel volume emerge però come permangano ancora, anche in Italia, alcune criticità relative alle ineguaglianze e all'equità organizzativa e alla appropriatezza delle cure, ancora troppo vincolate alla ragione della sostenibilità economica delle stesse e agli aspetti culturali e gestionali sia in Italia che in alcune aree molto significative dell'intero pianeta. La stessa sfida, questa volta su scala nazionale, deve essere vinta sul fronte della conoscenza e della prevenzione: occorre operare per favorire l'affermarsi di comportamenti responsabili e favorire la diagnosi precoce, per ottimizzare i possibili approcci terapeutici che oggi hanno reso sostanzialmente sovrapponibile l'aspettativa di vita di una persona HIV-positiva con quella di un coetaneo sano.
