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Fondazione Smith Kline

 

Infezioni sessualmente trasmesse, la situazione italiana

02.07.2015

Nelle fasce di popolazione più giovane, soprattutto di sesso femminile, sia italiani che immigrati, compresi casi di donne in gravidanza, si annidano le maggiori percentuali di batteri e virus trasmissibili sessualmente. La Chlamydia trachomatis con diffusione del 3,2 per cento in Italia e con la prevalenza più elevata nella fascia 15-19 (8,2 per cento). Fattori predisponenti risultano essere i partner multipli e l'abuso di alcool. Neisseria gonorrhoeae è presente nello 0,5 per cento dei casi con prevalenza maggiore nei maschi. Il Trichomonas vaginalis risulta presente in percentuale dello 0,7 per cento con prevalenza maggiore nelle donne. La pericolosità del fenomeno è anche data dalla frequente asintomaticità delle infezioni, di cui la persona infetta viene a conoscenza quando gli effetti critici per la salute si sono già attivati. I dati emergono dal secondo Sistema di sorveglianza sentinella delle IST, promosso in collaborazione dal Centro operativo Aids (COA) dell'Istituto superiore di sanità e il Gruppo di lavoro infezioni sessualmente trasmesse dell'Associazione microbiologi clinici italiani.


L'indagine - condotta dal 1 aprile 2009 al 31 dicembre 2013 - è stata effettuata su un campione di 93.403 esami condotti in 134 laboratori di Microbiologia clinica dislocati sul territorio nazionale. La maggioranza delle richieste di esame è stata richiesta da medici di medicina generale e da ginecologi. Va ricordato che i soggetti asintomatici rappresentano quasi il 50 per cento della popolazione infetta. Questa percentuale è maggiore tra le donne rispetto agli uomini. Tra le donne la quota maggiore si registra tra i soggetti in stato di gravidanza, fatto che richiama l'importanza di eseguire il test per queste infezioni anche in stato di gravidanza, in modo da evitare complicanze che potrebbero colpire anche il nascituro.

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