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Fondazione Smith Kline

 

La sfida delle farmacoresistenze nel trattamento dell virus HIV

10.05.2017

Tra qualche settimana si terrà a Siena il Congresso ICAR, in gran parte dedicato alle problematiche legate all'infezione da virus HIV. Maurizio Zazzi, professore di Microbiologia presso l'Università di Siena, è stato tra i primi a occuparsi delle farmacoresistenze in HIV, un problema molto rilevante fin dagli esordi della terapia. Il virus ha una spiccata capacità di modificare il suo assetto genetico in risposta ai farmaci con cui viene a contatto, generando varianti non più controllabili dalla terapia.

Oggi la situazione è molto migliorata grazie a terapie potenti, facili da assumere e che rendono più difficile l'insorgenza di farmacoresistenza. "La ricerca nel campo della terapia anti-HIV è stata una grande storia di successo, i trattamenti di oggi non erano neppure immaginabili quando iniziò l'epidemia, negli anni '80 afferma Zazzi. Oggi possiamo fermare l'evoluzione della malattia da HIV e riportare in una buona condizione di salute anche pazienti in stadio avanzato.

Quasi tutte le persone in trattamento con i farmaci antiretrovirali riescono infatti a tenere sotto controllo il virus, bloccandone la moltiplicazione. Resta tuttavia una quota di pazienti difficili da trattare perché provengono da una lunga storia di uso sequenziale dei farmaci via via disponibili che ha portato a selezionare varianti virali resistenti alla maggioranza dei trattamenti possibili. E' importante sottolineare che in ogni caso non è ancora possibile raggiungere la guarigione completa dall'infezione, poiché, anche nei pazienti che rispondono bene alla terapia, il virus rimane in uno stato di latenza a tempo indefinito, dalla quale riprende a moltiplicarsi non appena la terapia viene interrotta.

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