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Fondazione Smith Kline

 

La via delle staminali per la cura della sclerosi multipla

05.01.2015

Arriva una buona notizia dagli Usa. Secondo uno studio pubblicato su Jama Neurology sostenuto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), che fa parte del National Institutes of Health, un trattamento con terapia immunosoppressiva seguito da trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche potrebbe indurre una remissione sostenuta nel tempo della Sclerosi Multipla recidivante-remittente. Circa l'80 per cento dei partecipanti al trial, che è durato tre anni, non ha infatti avuto nel periodo considerato incremento della disabilità, ripresa di sintomi correlati alla malattia o nuove lesioni del sistema nervoso, con un buon profilo di tollerabilità. E' stato infatti abbastanza limitato l'impatto degli effetti indesiderati, tralasciando quelli attesi, e soprattutto sono state osservate limitate complicazioni legate al trattamento.

La strada del trattamento della patologia neurologica con le cellule staminali sembra ormai aperta, e in questo senso anche l'Italia gioca un ruolo chiave nella comunità scientifica. E' infatti in corso la prima sperimentazione sull'utilizzo di cellule staminali mesenchimali nelle persone con Sclerosi Multipla, sulla base di evidenze che fanno supporre che tali cellule possano spegnere il processo che danneggia il sistema nervoso centrale, rilasciare molecole utili alla sopravvivenza e, possibilmente, alla riparazione del tessuto danneggiato.

L'Italia, con i Centri di Genova, Milano San Raffaele, Verona e Bergamo, è uno dei nove Paesi coinvolti nello studio. Il progetto MESEMS coinvolge ricercatori clinici e di base di Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Svizzera, Canada e Australia, ed è il primo studio internazionale di fase II, effettuato in doppio cieco e impegnato a sperimentare la sicurezza di un trattamento con cellule staminali mesenchimali su pazienti con sclerosi multipla. In base a quanto presentato al recente congresso Ectrims (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) sono 81 i pazienti reclutati sinora: sono il cinquanta per cento dei 160 previsti dal trial; circa 73 (pari al 90% del totale dei reclutati e avviati al trattamento randomizzato in cieco) hanno ricevuto almeno un'iniezione di trattamento con mesenchimali oppure di placebo, mentre 51 (pari al 63%) hanno ricevuto entrambe le iniezioni e 27 (33% del totale reclutati) hanno concluso lo studio.

E il risultato promettente è che al momento nessuna di queste 27 persone ha denotato eventi avversi significativi. Nel frattempo è in partenza un ulteriore studio, che rappresenta un'estensione di altri due anni del progetto: si chiamerà MESEMS PLUS e sarà importante per verificare più a lungo termine, oltre l'anno di osservazione previsto da MESEMS, la sicurezza del trattamento in studio e l'eventuale occorrenza di eventi avversi in tutte le persone trattate.

 

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