L’autonomia informativa muta la relazione medico-paziente?
25.10.2018
Il rifiuto del paternalismo medico a favore del rispetto dell'autonomia del paziente ha trasformato la relazione medico-paziente.
Storicamente, la medicina e la società hanno aderito alla norma etica che il dovere principale del medico era di promuovere il benessere del paziente, anche a scapito dell'autonomia di quest'ultimo. Un'ipotesi centrale del modello paternalistico era che i medici, grazie alla loro esperienza clinica, sapessero meglio ciò che era nel migliore interesse dei pazienti. Di conseguenza, i medici hanno spesso deciso quali interventi avrebbero dovuto essere adottati per il benessere dei pazienti; mentre i pazienti, da parte loro, dovevano soltanto conformarsi.
Più recentemente a partire dai decenni trascorsi dagli anni '50 hanno visto un'enfasi crescente sui diritti dei pazienti, in particolare se accettare o rifiutare il trattamento raccomandato. Il rifiuto del paternalismo medico non ha tuttavia rovesciato il controllo dei medici nei rapporti con i loro pazienti. In teoria, i medici non potevano più prendere decisioni unilaterali sulla cura dei loro pazienti, ma in pratica conservavano l'autorità di gatekeeping in virtù del loro monopolio sulle informazioni mediche e sulla maggior parte delle risorse mediche. Questa caratterizzazione della relazione medico-paziente, con i pazienti che hanno il controllo delle loro decisioni mediche ma dipendenti dai loro medici per l'accesso alle informazioni e alla maggior parte dei prodotti e servizi medici, non è più così determinate. La medicina è entrata in una nuova era di autonomia del paziente. I pazienti di oggi, informati da Internet e dai social media, sono sempre meno dipendenti dai loro medici per l'accesso alle informazioni e alle risorse mediche. Questo cambiamento rivoluzionario richiede una comprensione fondamentalmente diversa della relazione paziente-medico.
» Jama: "The New Age of Patient Autonomy Implications for the Patient-Physician Relationship"
