FSK utilizza i Cookies per migliorare la vostra esperienza su questo sito. Proseguendo la navigazione nel nostro sito web, senza modificare le impostazioni dei Cookies, acconsentite all’utilizzo degli stessi.
Se volete saperne di più su come li utilizziamo, vi invitiamo a consultare la nostra Cookies policy.

Fondazione Smith Kline

 

Modello matematico per svelare il rischio di demenza nella fibrillazione atriale

03.07.2016

La fibrillazione atriale, tra le più comuni aritmie cardiache, risulta essere un potenziale meccanismo legato allo sviluppo della demenza e del declino cognitivo. Un modello matematico elaborato con le competenze integrate di fluidodinamica e cardiologia è alla base dello studio pubblicato dal gruppo di ricerca interdisciplinare formato da ricercatori del Politecnico di Torino e medici del Dipartimento di Cardiologia della "Città della Salute e della Scienza di Torino.

Capire i meccanismi che legano i due eventi e la possibilità di intervenire con strategie di controllo cardiaco per minimizzare i cambiamenti neurodegenerativi, potrebbe avere un'enorme ricaduta dal punto di vista di qualità della vita e di gestione dell'assistenza sanitaria. Il modello matematico proposto permette di riprodurre, da un punto di vista computazionale, i principali parametri emodinamici cerebrali in condizioni di ritmo cardiaco normale e fibrillato. Il battito fortemente variabile e irregolare, caratteristico della fibrillazione atriale, favorisce l'insorgere di eventi critici a livello arteriolare-capillare.

In particolare, su un record di 5000 battiti, si registrano più di 300 eventi di ipoperfusione arteriolare, vale a dire un campanello di allarme per una insufficiente irrorazione cerebrale - e quasi 400 eventi ipertensivi capillari, sintomatici di possibili fenomeni micro-emorragici. Questi periodi transitori di eccessiva pressione e ridotto flusso sanguigno a livello cerebrale locale mostrano come, di per sé, la fibrillazione atriale nel lungo periodo risulta essere un potenziale meccanismo per lo sviluppo di forme di demenza e deficit cognitivo.

Torna alla lista

Inizio pagina