Parte dall’Italia la sfida all’invecchiamento
09.10.2014
Parte un grande studio clinico internazionale che si prefigge l'obiettivo di contrastare la fragilità fisica, che dell'invecchiamento è il primo campanello di allarme. L'obiettivo è mettere a punto concrete strategie anti-invecchiamento che ne affrontino e combattano le conseguenze peggiori: la non autosufficienza e la disabilità. Il progetto SPRINTT (Sarcopenia and Physical fRailty IN older people: multi-componenT Treatment strategies) è stato disegnato da un gruppo di ricercatori europei a guida italiana, e si è aggiudicato un finanziamento di 49 milioni di euro, cifra inedita per la ricerca nel settore. Questi fondi sono stanziati dall'IMI (Innovative Medicines Initiative), la partnership pubblico-privato promossa dalla Direzione Generale 'Ricerca' della Commissione Europea in collaborazione con la Federazione europea delle associazioni e delle industrie farmaceutiche (Efpia).
"L'identificazione di un trattamento per la fragilità fisica e per la sua base biologica, sarcopenia o perdita di massa muscolare, è imprescindibile per ritardare o prevenire il suo effetto più temibile: la disabilità motoria. Quando vedete una persona rallentare nel suo incedere, avere necessità di accompagnarsi a qualcuno per camminare, appoggiarsi ogni tanto a un mancorrente… ecco la fotografia della vecchiaia. La capacità di camminare alla consueta velocità e senza assistenza, fondamentale per una vita indipendente, è spesso la prima abilità che si perde con la senescenza. Attraverso il progetto SPRINTT, per la prima volta e con un finanziamento così cospicuo, l'Europa scommette sulle concrete possibilità della scienza di contrastare la conseguenza principale e più impattante dell'invecchiamento, e di garantire agli anziani più autonomia e una qualità di vita superiore". A dirlo è Roberto Bernabei, direttore del dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché responsabile della Managing Entity di SPRINT.
Siamo di fronte secondo l'esperto ad un cambio di paradigma: non si cerca di trattare le patologie di anziani già malati, ma si punta a prendere in carico, in senso forte, persone fragili, che si avviano alla terza età. Il progetto SPRINTT coinvolge oltre 80 ricercatori di 11 Paesi europei.
L'elemento centrale di SPRINTT è un trial clinico randomizzato controllato di Fase III, identico agli studi condotti, ad esempio, su nuovi farmaci - basato su un intervento multicomponente: esercizio fisico, adeguata nutrizione, ausili tecnologici. 1.500 ultrasettantenni di tutta Europa, definibili "fragili" mediante appositi test, saranno divisi in due gruppi. Il primo gruppo, di 750 soggetti, sarà trattato con 45 minuti di esercizio fisico specifico tre volte a settimana, con una valutazione mensile dello stato nutrizionale e con il monitoraggio continuo, garantito da uno speciale orologio da polso, che registra l'attività fisica giornaliera e le eventuali cadute. Il secondo gruppo di 750 ultrasettantenni rappresenterà il cosiddetto "gruppo di controllo", al quale saranno impartiti consigli ripetuti sul corretto stile di vita, e saranno semplicemente suggeriti alcuni esercizi per la mobilità degli arti superiori. Nell'arco di due anni, i ricercatori misureranno con precisione l'evoluzione delle condizioni fisiche dei due gruppi di over-70, valutandone le capacità di camminare e di spostarsi autonomamente, di non cadere, di non ammalarsi frequentemente e di non essere ricoverati presso strutture sanitarie o assistenziali in genere. Le metodologie utilizzate e i risultati clinici saranno presentati all'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) al fine di ottenere un parere regolatorio.
