Più attenzione alla depressione, tabù del terzo millennio
10.04.2017
Non riconosciuta, non diagnosticata, non trattata, fonte di sofferenza, dolore, disabilità, morte per cause dirette (suicidio), indirette o per aggravamento di altre problematiche mediche (diabete, cardiache, polmonari, reumatiche, oncologiche). Quella della depressione è una vera epidemia globale, soprattutto nel mondo occidentale e nel sud est asiatico, dove le economie sono più sviluppate e più forte la tecnologia e la visione del futuro.
La depressione nel 2030 sarà la prima malattia più invalidante al mondo con altissimi costi sociali e forte impatto economico. La prevalenza in Italia a 12 mesi va dal 4,4 al 7 per cento (con una media del 5.1%), con oltre 3 milioni di malati, secondi solo alla Germania. In Europa il numero super i 40 milioni. A tornare sul tema, in occasione della Giornata mondiale della salute del 7 aprile, dedicata appunto alla depressione, è la Società Italiana di Psichiatria che richiede un Piano nazionale di lotta alla Depressione che evidenzi i bisogni e gli strumenti da utilizzare e indichi il percorso da seguire.
Il punto di partenza dovrebbe essere un'indagine conoscitiva sulla patologia, tema importantissimo, ma spesso sottovalutato, che riguarda milioni di persone per capire quali possono essere i suggerimenti di indirizzo che il Parlamento può dare al Governo in merito a questo tema, ma anche riportare nel dibattito pubblico un problema che interessa moltissime persone, e viene spesso scambiato per altro. La promessa è della Presidente della Commissione XII di Palazzo Madama Emilia Grazia De Biasi.
Poi è fondamentale costituire una rete per combatterla, per promuovere validi percorsi diagnostici e terapeutici in collaborazione con la Medicina Generale, la pediatria, la scuola, gli ambienti di lavoro Per avvicinare le persone alle cure occorre informare i pazienti sulle varie opzioni terapeutiche oggi esistenti efficaci, sicure, appropriate in funzione della categoria e dei casi, oggi sempre più complessi.
