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Fondazione Smith Kline

 

Quando il cancro diventa motivo di disparità sociale

26.06.2017

Un'interessante analisi pubblica sul British Medical Journal e coordinata da Boche Cao dello IARC dimostra che negli ultimi trent'anni le misure di controllo del cancro hanno indotto un incremento nell'aspettativa di vita delle popolazione ricche del pianeta ma anche che questa tendenza positiva deve ancora emergere nelle aree più povere. Da questa valutazione nasce la necessità di sviluppare un'azione globale per eliminare questo gap - sempre a detta degli esperti - attraverso misure di controllo efficaci, sostenibili e praticabili.

I numeri dimostrano chiaramente come esista una sostanziale differenza tra Paesi ricchi e poveri. Lo studio ha infatti considerato l'impatto dei tumori in confronto alle malattie cardiovascolari sull'aspettativa di vita tra I 40 e gli 84 anni in tutto il mondo, controllando I dati dal 1981 al 2010. L'attenzione si è concentrate in particolare sui cinque tumori più diffusi: polmone, colon-retto, stomaco, prostata e mammella.

Stando ai numeri contenuti nella ricerca, il calo nei tassi di mortalità da malattie cardiovascolari ha consentito di aumentare di oltre la metà l'aspettativa di vita nel periodo considerato, con un guadagno di 1.7 anni nelle donne e di 2,3 anni nei maschi. Più ridotto, in base a questi parametri, è stato il contributo dello sviluppo delle cure per il cancro. Ma soprattutto I tassi si sono rivelati estremamente diversi in base alle condizioni socio economiche del paese, con incrementi più elevate nelle persone che vivevano nelle aree più ricche rispetto a quelle che abitavano i Paesi meno sviluppati del pianeta.

Insomma, la strada da fare è ancora lunga sulla via della diffusione di strategie preventive, di diagnosi precoce e cura nelle nazioni a basso reddito.

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