Tendenze Nuove > Numero 1/2015 (gennaio-giugno)
Appropriatezza diagnostica: sotto- e sovra-diagnosi delle patologie bronco-ostruttive

Tra le patologie bronco-ostruttive del XX secolo, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è stata considerata un importante problema di salute pubblica e resterà una sfida del prossimo futuro. A partire dal 2020, la BPCO rappresenterà la terza causa di morte della popolazione mondiale, preceduta solo da tumori e patologie cardiovascolari( 1,2). I riflettori sono puntati da decenni su questa malattia e gli sforzi della Sanità Mondiale hanno lasciato tracce indelebili del loro impegno. Nel 2001 è stato lanciato un progetto mondiale (Global Iniziative for Chronic Obstructive Lung Disease-GOLD-COPD) per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione della BPCO che ha visto poi la stesura e la diffusione di Linee Guida con aggiornamenti annuali(3) . Le analisi epidemiologiche trovano nella sovra- e nella sotto-diagnosi un difficile muro da superare. In effetti non è un compito facile quello di raccogliere e divulgare dati precisi, a carattere mondiale, sulla prevalenza e sull'incidenza della stessa. Dal 1970 sono state pubblicate oltre 100 analisi sulla prevalenza e la maggior parte delle stime che provengono da studi su larga scala attestano la stessa tra il 5 e il 10%. Questi lavori variano per metodi di indagine, criteri diagnostici, analisi e distribuzione per età delle popolazioni esaminate, rendendo pertanto il loro confronto molto difficile(4). Celli et al. affermano che la prevalenza varia più del 200% a seconda che si usino le differenti definizioni di ostruzione(5), ma il dato certo è che cresce con l'avanzare dell'età(6).
